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Il progetto
“Uno sguardo diverso / Der andere Blick” è un progetto nato per valorizzare il potenziale comunicativo di persone disabili attraverso il mezzo video.
Il progetto, promosso dalla scuola di cinema ZeLIG di Bolzano e finanziato come azione di sistema dal Fondo Sociale Europeo, è stato possibile grazie alla collaborazione di tre Centri per persone con disabilità della Comunità Comprensoriale di Salto-Sciliar.
Cuore del progetto è una serie di laboratori di "Video Partecipato" nei quali un gruppo di persone dà forma e contenuto a una serie di filmati dove queste stesse persone sono autori, protagonisti e realizzatori.
Attività
Il progetto è stato organizzato in due fasi, una di ideazione e realizzazione dei contenuti e una di analisi, organizzazione e presentazione di quanto raccolto.
La prima fase si è strutturata nell'ambito dei Laboratori di attività socio-assistenziale diurna “KIMM” di Cardano, “Locia” di Ortisei e “J. Tschiederer” di Sarentino.
Tutti i partecipanti, persone con vari gradi e forme di disabilità, hanno lavorato con un entusiasmo e interesse sorprendenti, spinti soprattutto dalla possibilità di trovare una risposta alle proprie istanze comunicative. Suddivisi in piccoli gruppi, composti al massimo da 4 o 5 persone, hanno lavorato assieme a un operatore del Centro e a tre facilitatori esperti nelle tecniche di Video Partecipato. L'obiettivo delle varie attività era quello di stimolare la fantasia e l'immaginazione, sperimentare punti di vista insoliti e sviluppare la capacità di narrazione.
Non quindi una comunicazione “verso” ma una comunicazione “da”; sviluppata attraverso un metodo, quello del Video Partecipato, che si rivela spesso occasione per racconti anche biografici e di intima confidenza. Questi racconti, assieme a tutto il materiale video realizzato, permettono un avvicinamento empatico a queste persone e contribuiscono, almeno secondo le intenzioni del progetto “Uno sguardo diverso / Der andere Blick”, a scalzare rappresentazioni spesso sensazionalistiche e distorte sul mondo della disabilità. Questa è la seconda fase del progetto, che prevede la preparazione e presentazione dei materiali prodotti in un filmato adatto alla proiezione e un documentario interattivo per la diffusione sul web.
Il video partecipato
“Video Partecipato” non è una tecnica codificata da un punto di vista scientifico, si può descrivere piuttosto come un insieme di attività svolte con l'obiettivo di coinvolgere un gruppo di persone o una comunità nell'ideazione e creazione di un proprio film.
L'idea che sta alla base del Video Partecipato è che il mezzo video sia un mezzo sufficientemente semplice da utilizzare e molto potente da un punto di vista espressivo e comunicativo. Questo permette di concentrarsi sulla creatività e sulle storie che si vogliono raccontare piuttosto che sugli aspetti tecnici. Funziona grazie all'intervento di persone esperte e competenti chiamate a svolgere il ruolo di “facilitatori” nel gruppo coinvolto. Le competenze tecniche di questi facilitatori vengono trasmesse al gruppo attraverso giochi ed esercizi in un continuo scambio di ruoli dove tutti si mettono in gioco, con le proprie urgenze e i propri bisogni di espressione e identità.
Ogni azione di "Video Partecipato" deve essere adattata e calibrata al contesto in cui si svolge, ma ci sono alcuni aspetti che caratterizzano tutti gli interventi di Video Partecipato.
Il primo è costituito dai frequenti momenti di visione e discussione di quello che viene realizzato, un'attività chiave che contribuisce a creare o ad accrescere la fiducia in se stessi e nelle proprie capacità, la convinzione di valere, di essere degni del rispetto e della considerazione degli altri.
Il secondo è quello che il fuoco non viene mai posto sul risultato, ma sul processo che porta a ottenere un particolare risultato. Questo non dovrebbe mai venire condizionato da aspettative particolari, ma lasciato come espressione di ciò che i partecipanti vogliono realmente comunicare e nel modo che ritengono più opportuno.